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Un viaggiatore cerimonioso o un franco cacciatore alla ricerca dell'atopia

Sono tornato là
dove non ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull’incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l’avevo lasciato

Caproni si lamentava che la sua poesia degli inizi non venissi apprezzata. D'altra parte anche lui aveva scelto la linea opposta a quella della moda ermetica e post-ermetica

Non era il solo eccentrico: modelli differenti erano già stati proposti da Montale e da Saba. C'erano alcuni poeti come David Maria Turoldo e Carlo Betocchi che, partiti dalla tensione ermetica alla "religione della parola" hanno proposto davvero una poesi religiosa

Altri come il Pavese di "Lavorare stanca" e Attilio Bertolucci si muovono in direzione di una poesia narrativa a mezza strada verso il romanzo

Roberto Giudici potrebbe essere considerato quasi un crepuscolare, Sandro Penna scrive poesie brevi e delicate che lo avvicinano a Saba.


Caproni ha un carattere schivo e una poetica decisamente originale, che non si lascia coinvolgere dalle influenze delle tendenze poetiche dominanti. Caproni:


  • rifiuta una poetica finalizzata all'impegno civile, 
  • le sue poesie non parlano della Storia, della Resistenza, della Guerra, o di altri fatti contingenti, piuttosto indagano profonde tematiche esistenziali: in particolare la solitudine e la precarietà
  • non è un ermetico, usa un lessico chiaro e preciso e guarda piuttosto a Saba e ai Crepuscolari.
  • l'ultimo Caproni  quello de Il franco cacciatore (1982) ragiona su temi metafisici e in particolare sulla morte di Dio
La raccolta della svolta è del 1956 "Il Passaggio di Enea". Caproni ha quarantotto anni, . 
Ulisse nel Novecento è un personaggio ricorrente. E' colui che insegue la conoscenza, a volte la giovinezza. Maè un'eroe empio, vuoto di "pietas". Sostiene Caproni che il poeta deve essere cone Enea, un viaggiatore che non dimentica i propri antichi'

Il successo arriva nel 1965 con la raccolta "Congedo del viaggiatore cerimonioso e altre prosopopee", un titolo barocco per descrivere il viaggio di una persona che con la sua valigia sale in carrozza, parla con altri viaggiatori e poi se ne va. una scena. come sempre con Caproni, da analizzare allegoricamente:

E' un viaggio fatto stazione per stazione, a guidarlo sono solo le voci che gli giungono all'orecchio. la valigia del viaggiatore è pesante, come il fardello di Enea, contiene tutto il passato del poeta.


BENEVOLA CONGETTURA
non mi ha risposto
gli ho scritto tante volte
non mi ha mai risposto
io non credo che sia morto. Non penso
che si tenga nascosto

PREDA
      Andavo a caccia. Il bosco
grondava ancora di pioggia.
M’accecò un lampo. Sparai.
(A Dio, che non conosco?)

L’OCCASIONE
       L’occasione era bella.
Volli sparare anch’io.
Puntai in alto. Una stella
o l’occhio (il gelo) di Dio?

Caproni era critico verso la religione rivelata. Per lui la spiritualità era una ricerca


TELEMESSA
       Gridava come un ossesso.
«Cristo è qui! È qui!
Lui! Qui fra noi! Adesso!
Anche se non si vede!
Anche se non si sente!»

      La voce, era repellente.
Spensi.
        Feci per andare al cesso.

      Ci s’era rinchiuso LUI,
a piangere.

          Una statua di gesso.
 

INDICAZIONE
      – Smettetela di tormentarvi.
Se volete incontrarmi,
cercatemi dove non mi trovo.

      Non so indicarvi altro luogo.


ASPARIZIONE
       In una via di Lima.
   O di qui.
          Non importa.
       In sogno, forse.
             In eco.
       Nel battito già perdutamente
dissolto di una porta.

L’apparizione di Dio è così subitanea che non è che una (A)sparizione. Si insiste sul tema del viaggio e sull’antinomia positivo/negativo (forse troppo). E’ la religiosità laica del “Congedo”.



[...] ho avuto in dote
di credere al vero Dio.

Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.

Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.

Scendo. Buon proseguimento




Di fatto è la linea del pessimismo cosmico che da Leopardi va agli esistenzialisti francesi: "Di questo, sono certo: io son giunto alla disperazione calma".
L'unica certezza ontologica è il male. il poeta viaggiatore organizza una lunga manfrina: si muove tra stazioni, treni, carrozze. e' la mutazione dell'io del poeta che da viaggiatore diventa cacciatore, guardiacaccia etc... e prima di partire davvero diventa una perlustratore, un esploratore. 
L'esatto contrario di Montale, che forse queste domente non se le è mai poste veramente. Caproni si raffigura come un viaggiatore ansioso di partire, che non ha in testa un percorso chiaro, che il più delle volte non trova e torna indietro

[...] Sono tornato là
dove non ero mai stato.
Nulla, da come non fu, è mutato.
Sul tavolo (sull’incerato
a quadretti) ammezzato
ho ritrovato il bicchiere
mai riempito. Tutto
è ancora rimasto quale
mai l’avevo lasciato.


Con tutti queste negazioni Caproni si mette sempre nel discrimine tra positivo e negativo e in una dialettica continua. E' straniante? Questo vuole indicare Caproni, lo straniamento individuale, lo spaesamento. La perdita della referenzialità spaziale e temporale


Biglietto lasciato prima di non andare via
Se non dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.
Il mio viaggiare
è stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.


ERRATA CORRIGE
Errata: non sai mai dove sei
Corrige: non sei mai dove sai


Viaggiare è errare "voglio andare in luoghi a-topici", luoghi senza tempo, che nessuno possiede. I luoghi al limite tra due frontiere. I luoghi atopici sono luoghi infiniti o meglio indefiniti. In questi luoghi Caproni brancola, urla come fosse cieco e muto. 
Ma c'è anche un aspetto positivo di questi luoghi. Atopia è utopia, quel luogo dove si fondono gli ossimori dove i contrasti si conciliano



RIBATTUTA
               Il guardacaccia,
              con un sorriso ironico
– Cacciatore, la preda
che cerchi, io mai la vidi.
              Il cacciatore,
              imbracciando il fucile:
– Zitto. Dio esiste soltanto
nell’attimo in cui lo uccidi.







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