Passa ai contenuti principali

GSMA03 Geografia storica del mondo antico (GSMA): Venti caratteristici del Mediterraneo

[da maxdeep.it ]
In relazione alla sua posizione geografica, alla forma delle coste ed alla natura delle terre che lo circondano - in gran parte montuose o desertiche - il Mediterraneo presenta in molte sue zone dei venti caratteristici, dotati ciascuno di una propria particolare fisionomia e normalmente associati a determinate condizioni di tempo. Tali venti, per i più¹ notevoli dei quali viene appresso una breve descrizione, sono di solito chiamati con nomi di antica origine, che, in certi casi, furono anche assunti tradizionalmente, in Italia, per designare alcune direzioni della rosa dei venti. E' questo il caso, ad esempio, del Grecale e del Libeccio, i cui nomi furono introdotti dai naviganti delle antiche repubbliche marinare italiane (più probabilmente di Amalfi) per indicare, con riferimento ad una zona centrata a sud dello Ionio, i venti provenienti dalla direzione della Grecia e della Libia.


Vendavales - Sono venti forti invernali che spirano da SW sull'estremità occidentale del Mediterraneo e, in particolare, nello Stretto di Gibilterra. Si verificano da settembre a marzo, accompagnati da cattivo tempo; spesso si spingono fino oltre Malaga e a volte su tutto il Mediterraneo occidentale.

Levanter - Nello Stretto di Gibilterra l'andamento delle coste è¨ tale che il vento vi spira in genere da E o da W. Il vento da E, generalmente umido per la sua provenienza dal mare, è chiamato Levanter; [...] Il Levanter è spesso preannunciato, anche con 24 ore di anticipo, da abbondante rugiada o dalla formazione di foschia a terra, specie su Gibilterra e su Apes Hill; a volte è¨ preceduto da mare morto da E. Quando si scontrano Vendavales e Levanter il tempo è pessimo

Scirocco - E' il vento meridionale che soffia dai deserti situati a S e ad E del Mediterraneo. Lungo le coste meridionali ed orientali di questo mare; è molto caldo, secco e polveroso; ma poi si umidifica, e, a partire all'incirca dalla latitudine di Malta, si presenta come un vento più¹ o meno di SE, caldo, umido, snervante, e di solito debole o moderato.
Quando è forte, conserva la sua secchezza per distanze molto maggiori e proviene più da SW che da SE.
Lo Scirocco forte a volte si spinge a settentrione pure lungo le coste orientali del Tirreno e dell'Adriatico; in tal caso esso diviene molto umido per il lungo tragitto sul mare e porta nelle predette zone un tempo chiuso, con atmosfera pesante e piogge forti continue.
Quando è caldo e secco, lo Scirocco viene localmente chiamato con vari nomi particolari: Leveche, nella Spagna meridionale - Chili, in Tunisia - Ghibli, in Libia - Khamsin, in Egitto e a Malta - Simun, in Siria ed Israele - Maledetto Levante, in Sardegna, Jaloque, alle Baleari.

Llevante - Il Llevante è un vento da NNE-ENE a lungo percorso marino, che interessa le coste orientali della Spagna e che quando raggiunge una notevole intensità (Llevantades), dà luogo alle burrasche di maggior rilievo che si verificano su tali coste. Queste burrasche sono più forti e più frequenti in primavera ed autunno. [...]

Mistral - E' un vento freddo da terra, più frequente d'inverno e in primavera, che soffia attraverso la costa meridionale francese e le adiacenti coste spagnole e italiane. In Francia, interessa tutta la fascia compresa fra Nizza e Perpignan; in Spagna a volte si osservafino alla valle dell'Ebro; in Italia finoa Genova, ma non lungo tutta la Riviera, essendo questa in buona parte protetta dalle montagne. [...]
L'intensità del Mistral raggiunge forza 9 e più, con raffiche fino a 90-100 nodi;
Essendo un vento generalmente secco il Mistral è per lo più accompagnato da cielo sereno [...]

Marin - Il Marin è un vento da SE che interessa il Golfo del Leone, ove raggiunge anche forza 8. Sotto molti aspetti, assomiglia allo Scirocco delle coste tirreniche orientali e dell'Adriatico settentrionale, e in genere è accompagnato da elevata umidità, cattiva visibilità e, spesso, da piogge molto persistenti.[...]

Libeccio - E' un vento da W-SW del Mediterraneo nord-occidentale, che interessa principalmente la Corsica settentrionale ed il Golfo Ligure.
Il Libeccio forte solleva alte onde al largo della parte nord-occidentale della predetta isola. Le coste orientali di quest'ultima rimangono invece ridossate, ma, fra Capo Corso e Bastia, allo sbocco delle valli, si osservano spesso violenti groppi, denominati raggiature, che si verificano anche quando sull'opposto versante del promontorio spirano venti occidentali non molto forti. Tali venti determinano pure la formazione di caratteristiche nubi stazionarie, dette balle de coton, che incappucciano i monti del promontorio stesso.
Le burrasche da Libeccio producono mare agitato anche sulle coste orientali liguri e su quelle dell'alta Toscana, e nella stagione fredda portano in tali zone cielo coperto e tempo piovoso.

Tramontana - Con tale nome vengono indicati, nel Mediterraneo, venti freddi settentrionali, in genere provenienti da NNW - NE, che a volte sono localmente contraddistinti da altri nomi caratteristici, come il Mistral.[...] Alle Baleari e in Corsica la Tramontana porta spesso pioggia o neve; sull'Italia e sul Tirreno, invece, è sovente accompagnata da cielo sereno ed aria limpida.

Bora - E' un vento violento da NE, a raffiche, spesso molto freddo e secco, che scende ai pendii della riva orientale dell'Adriatico, da Trieste all'Albania.
Si distingue in due tipi: Bora scura e Bora chiara. La prima è associata a pioggia violenta o neve, e talvolta a nebbia; la seconda a banchi di nubi cumuliformi sui rilievi e a cielo sereno, o quasi, sul mare. Quest'ultima può durare anche parecchi giorni, rinforzando al mattino e attenuandosi la notte.
La Bora, d'inverno, dura in media 3 giorni e può raggiungere la velocità di oltre 70 nodi, mentre d'estate dura in media un giorno e raggiunge velocità  massime sui 45 nodi. E' più frequente al N; a Trieste si verifica, in media, circa 40 giorni l'anno (in massima parte da ottobre a marzo), con una frequenza massima in gennaio. 

Vardarac (Vardarant) - E' un vento nord-occidentale dell'Egeo che assomiglia alla Bora e che interessa in particolar modo il Golfo di Salonicco, ove dà luogo a frequenti burrasche. Proviene impetuoso dalla Valle del Vardar (d'onde il nome); spesso si spinge fino oltre l'Isola di Dolo, ove assume una direzione da NE; talvolta raggiunge anche le Isole del Dodecaneso.

Grecale - E' un vento forte invernale da NE del Mediterraneo centro-meridionale, che a Malta è detto Gregale e proviene dalla Grecia, donde il nome.

Meltemi (Etesii) - Sono venti nordici estivi dell'Egeo, a carattere monsonico, dovuti alla vasta depressione che nella stagione calda si forma sull'Asia; provenendo da N, e quindi da terra, essi sono relativamente secchi e, come tali, in genere sono accompagnati da cielo sereno o quasi. A volte si estendono verso S fino alle coste egiziane.

Il loro instaurarsi è in genere preannunciato da un breve periodo, intorno alla fine di maggio, di deboli venti settentrionali, detti prodromi, ed avviene definitivamente un paio di settimane dopo la cessazione di questi ultimi; essi assumono allora una spiccata persistenza e raggiungono la forza di venti moderati, con una frequenza media che, da meta luglio a fine agosto, può anche superare l'80% specie in pieno Egeo e nell'Egeo sud-orientale.

La denominazione turca meltemi è usata su entrambe le sponde dell'Egeo, ma è utilizzato anche il nome greco «ἐτησίαι (ἄνεμοι)» che in greco significa «(venti) annuali» e corrisponde all'italiano etesi (sing. etesio), a sua volta derivato dal latino etesiae -arum.

Khamsin - E' lo Scirocco dell'Egitto. Proviene da direzioni comprese fra E e S, ed è molto caldo, secchissimo, carico di polvere. Dura da 1 a 3 giorni e si verifica prevalentemente tra febbraio e giugno, con frequenza più spiccata in marzo-aprile [...]

Venti caratteristici del Mediterraneo e loro provenienza

Commenti

Post popolari in questo blog

Cori descrittivi di stati d’animo di Didone, Giuseppe Ungaretti

Da lechat93.wordpress.com [...] un suggestivo viaggio alla scoperta di Giuseppe Ungaretti, quello più complesso e allegorico. Le sue parole dicono sempre di più di quel che sembra, chiaro, l’avevamo capito, ma che potesse arrivare a tanto non l’avrei mai immaginato. Classicità e modernismo, Virgilio e Leopardi, Tasso e Freud.. Che dire..ce ne sarebbero di cose da dire. Forse un giorno (magari a luglio) metterò insieme gli appunti di oggi perché ne vale davvero la pena! Per il momento non posso far altro che riportare le parole di Ungaretti che nascondono così tanti significati e, ancora una volta, essere felice. Perché sarà sciocco ma queste cose mi fanno sentire viva, privilegiata, fortunata e estremamente felice. * dimenticavo.. ecco come Ungaretti parla della sua opera: “Sono 19 cori che vogliono descrivere drammaticamente il distacco  degli ultimi barlumi di giovinezza da una persona, oppure da una  civiltà, poiché anche le civiltà nascono, crescono, declinano e  muoiono. Qu

La bottega dello storico: l'incoronazione di Carlo Magno

Lo Storico è lo scienziato che si occupa  di scrivere la storia degli avvenimenti che hanno coinvolto l’umanità. Come fa? Come lavora uno storico? Innanzitutto va chiarito che lo storico scrive la sua interpretazione dei fatti basandosi sulle fonti storiche. Il procedimento si articola in cinque fasi: Si ricercano le fonti   Si analizzano le fonti e si stabilisce se sono vere o false  Si catalogano documenti e reperti, si determina la loro provenienza e se ne propone una datazione.  Si confrontano le fonti  Si collocano i fatti in ordine cronologico e se ne propone un'interpretazione. raccontano. 25/12/800: L'incoronazione di Carlo Magno, un confronto tra le fonti  a cura di Camilla Galeazzi e Kevin Paoltroni L’evento dell’incoronazione è ampiamente documentato, ma sul modo in cui questa avvenne le fonti presentano per ognuna sfumature e particolarità di notevole interesse. Dell’incoronazione imperiale possediamo sei diversi resoconti. Quattro di

Lezione V: Primi documenti e primi testi in volgare

https://www.raiplay.it/video/2017/03/Il-tempo-e-la-Storia---La-nascita-della-lingua-italiana-del-13032017-a63a8cc8-b540-4a85-876d-d26a4d23afd7.html Tra latino e italiano: i primi documenti in volgare  (da  Luzappy.eu  e altri) La frantumazione politica dell’Impero romano non distrusse la cultura lati­na, intesa qui come lingua quotidiana; aggiunse invece elementi nuovi, per trasformare sempre più, nonostante la volontà frenante della scuola e dei grammatici, il sistema linguistico. Anche i Longobardi furono veicolo di novità, fin quando nel 774 Carlo Magno li sconfisse, per poi rifondare l’impero, volendo ricom­porre l’unità politica, religiosa, culturale (e, perciò, linguistica). Ma una lingua non si impone; il popolo, disperso nelle campagne dei feudatari o accolto nelle corti, continuò a sentire sempre più incomprensibile il latino, che proprio per la riforma carolingia, diventava «altra lingua» rispetto a quella parlata dalle masse ed ormai era soltanto la lingua ufficiale