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La prima star dalla letteratura italiana


«… Venga a Fiume d'Italia, se può. È qui oggi la più risonante aria del mondo. E l'anima del popolo è sinfoniale come la sua orchestra. I Legionari attendono il Combattente che un giorno condusse il coro guerriero» (D'Annunzio, Invito a Toscanini, 1920)




Tutti conoscono D'Annunzio. Non il poeta, ma l'esteta, l'altezzoso aristocratico nemico della mediocrità, il divo, l'icona, il mito, la figura che che lui ha costruito per tutta la vita. 
A partire da Primo Vere e dalla storia della sua finta morte. 

1881 si trasferisce a Roma dove, appena diciottenne, si fa già conoscere nelle cronache mondane che scrive (fa il giornalista) e alimenta: amori duelli .


1889, quattro anni dopo "Così parlò Zarathustra", D'Annunzio pubblica "Il Piacere" il primo grande successo commerciale. E' la storia di Andrea Sperelli, un'esteta con ombre di inettitudine, un "Uomo di lusso" che in buona parte coincide con D'Annunzio e che D'Annunzio cercherà di superare.
Da Esteta (culto della bellezza fino a se stessa) D'Annunzio cerca una nuova maschera; la troverà sei anni più tardi  in quella del superuomo.

1895 Le vergini delle rocce. Il superuomo dannunziano disprezza la massa, rifiuta la tradizione, fa da sé la propria etica; è ancora un esteta e un aristocratico, ma è anche attivo in politica, è nazionalista, è protagonista. (Vita = Letteratura)


1903 Il disegno delle Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi è un progetto totale ambizione di rappresentare ogni bellezza del mondo e degli uomini. Non più cantare il reale, ma inventarlo e fondersi con esso.

Il poeta deve stare nel mondo, infatti D'Annunzio, maestro della lingua italiana, inventa parole, marchi, réclame pubblicitarie, scrive sceneggiature cinematografiche.


1910 Esule in Francia.

1914 Torna in Italia, Interventista e volontario in Aeronautica. Ha combattuto, non in trincea, ma rimane anche ferito (1916) in 10.00 foglietti scrive il Notturno. La Guerra di Ungaretti e delle trincee è per D'Annunzio un palcoscenico.

1919 Presa di Fiume. Resiste 16 mesi. Poeta e capo di stato, il primo dopo Giulio Cesare.

1921 Si trasferisce al "Vittoriale" a Gardone Riviera 17 anni di prigione dorata, pubblica il Notturno, scritto dal 1916 a Venezia il 1924 insignito del titolo di "principe di Montenevoso". Il Fascismo lo celebra e lo tiene in disparte.


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