Figlio di un re, ha solo vent’anni quando sale al trono di Macedonia: il suo sogno è la conquista del mondo. Gli basteranno dieci anni per affidare alla posterità un’impresa il cui più grande lascito è il concetto di autorità carismatica del sovrano, detentore del potere in virtù di legittimità e forza.
Nel mondo greco arcaico e classico il sistema di organizzazione politica e sociale più diffuso è quello della Polis (città), un raggruppamento formato al massimo da qualche migliaio d’uomini. Tutto intorno al centro urbano, un territorio rurale, con qualche villaggio, fornisce le derrate necessarie alla vita quotidiana. Una storia comune, culti e santuari di divinità, regole di vita trasmesse di padre in figlio e accettate da tutti, il sentimento di una comunanza di destini di fronte ai pericoli esterni: questi i collanti che assicurano la vita a queste piccole unità civiche che si sono mantenute per secoli, talvolta espandendosi in terre lontane per fondarvi delle colonie.
Le più potenti e le più attive di queste città, come Sparta o Atene, hanno cercato di estendere la loro influenza su alcune città vicina: ma i tentativi si sono rivelati effimeri, non riuscendo mai a soffocare la passione per l’autonomia che i Greci consideravano fra le cose più care.
In alcune regioni meno urbanizzate, in particolare nella Grecia settentrionale, la monarchia primitiva è.... Continua a leggere in Storiain.net | Alessandro Magno e l'impero ellenistico/
Demostene attacca le poleis che sono indifferenti all'avanzata delle truppe macedoni. Riesce a far creare un'alleanza tra Bisanzio e Atene, coalizione anti-macedone a cui parteciperà in seguito anche Tebe. Filippo avanzava dalla Tracia minacciando Bisanzio ed il Chersoneso, Demostene cerca di convincere l'assemblea della necessità di difendere l'intera Grecia da Filippo. La situazione militare, evidentemente difficile, spinse l'assemblea ad accogliere le istanze di Demostene. Era però ormai troppo tardi: Atene aveva atteso troppo a lungo
338 a.C. Cheronea
334 a.C. verso la Persia
Tre gesti simbolici, dal chiaro intento ideologico, evidenziavano le intenzioni e le ambizioni del nuovo sovrano:
- Il suo primo atto politico ufficiale è quello di piantare emblematicamente nel suolo anatolico la propria lancia, nell’intento di manifestare a tutti che intendeva prendere possesso delle nuove terre per diritto di conquista.
- Il suo secondo atto è quello di visitare il vicino sito della città di Troia, dove si trovava la tomba d’Achille, dal quale discendeva per parte di sua madre Olimpia (legittimità dinastica).
- Terzo momento emblematico è l’episodio del “Nodo Gordiano”, nel quale mostra al mondo di non temere le leggende ma di credere fermamente nella sua missione.
333 a.C. Isso
332 a.C. Oasi di Siwa
331 a.C. Gaugamela
Prese tre delle quattro capitali: Babilonia, Susa e Persepoli mentre il re Dario III si dava ancora alla fuga. Alessandro, proclamato re dell'Asia ordinò che il palazzo imperiale di Persepoli venisse incendiato e raso al suolo.
330 a.C. Battriana
Ma il grande sovrano macedone, con l'intento di farsi accettare dai vinti, punì in maniera esemplare Besso, il satrapo della Battriana che per fare cosa grata al vincitore aveva tradito e assassinato Dario.
Alessandro lo fece uccidere e decretò per Dario un funerale grandioso e solenne. Volendo apparire ai Persiani nelle vesti non soltanto del conquistatore ma anche in quelle del pacificatore, Alessandro sposò Rossane
324 a.C. Rientro a Susa
Per sottolineare l’affetto di Alessandro per Bucefalo, valgano ,per tutti, due episodi. Una volta, alcuni barbari rapirono Bucefalo (si pensi alle cronache di tempi recenti,a dimostrazione che non è cambiato niente!). La reazione di Alessandro fu così veemente (con tanto di preannunciata minaccia di strage dei barbari e delle relative famiglie) che i rapitori riportarono il cavallo all’imperatore il quale, riconoscente, finì addirittura per pagare loro un riscatto! Quando, dopo la vittoriosa battaglia presso il fiume Idaspe in India contro il re Poro, Bucefalo morì alla veneranda età di trent’anni(!), Alessandro, convinto di aver perso non soltanto un “supercavallo”, ma soprattutto un vero amico, ordinò di costruire nelle vicinanze,in suo ricordo, la città di Alessandria Bucefalia. Un nome, questo, che dice tutto sulla perfetta simbiosi tra cavallo e cavaliere!
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