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"Oh gran bontà dei cavalieri antiqui.. " Guicciardini vs Machiavelli

Per Machiavelli il BENE è la dedizione assoluta all’interesse della collettività e della patria. Quindi sono pochi quelli che operano per il bene e gli uomini sono istintivamente portati al male. Quindi Machiavelli esprime un pessimismo sulla natura dell’uomo.
Per Guicciardini il BENE è il conseguimento della felicità (l’interesse personale) senza danneggiare gli interessi degli altri. Quindi sono tanti quelli che operano il bene, poiché gli uomini sono istintivamente portati al bene. 
La natura umana è però troppo fragile e non sempre l'interesse personale lascia. 

In Machiavelli c’è un tentativo di sintesi, cioè di ricondurre il particolare ad una teoria generale che possa spiegare la realtà e costituire modello.
La STORIA può essere davvero maestra di vita (o la fiducia nell'utilità degli exempla del Principe è conseguenza solo del genere letterario del trattato pedagogico? 

In Guicciardini prevale l’analisi, cioè la constatazione che ogni evento ha caratteristiche sue proprie, non riconducibili a leggi generali.
Raccontatre la STORIA è evidentemete una cosa importante, ma la RAGIONE ci dice non si può dallo studio avere ricette per il futuro 
Per Machiavelli l’uomo non cambia nel corso dei secoli. Quindi ciò che è avvenuto nell’Antica Roma è utile per affrontare il presente. Gli avvenimenti storici si ripresentano tali e quali.
E' riscontrabile infondo anche applicato alla politica quel PRINCIPIO DI IMITAZIONE caratteristica di tutto il Rinascimento

Per Guicciardini nell’affronto dei fatti del presente occorre tener conto di tutti i fattori, per cui è sbagliatissimo riferirsi al passato come un modello. Infatti nell’Antica Roma c’erano condizioni politiche e sociali diversissime dalle attuali.
Per Machiavelli è possibile formare una MILIZIA NAZIONALE, con un reclutamento popolare, in vista della costituzione di uno Stato Italiano. La cui forma preferibile sarebbe la repubblica.
Machiavelli si può definire ottimista in politica, o quanto meno fiducioso in un futuro più prospero per le sorti italiane.
Per Guicciardini è impossibile formare una milizia nazionale, anzi non bisogna disdegnare l’utilizzo dei mercenari, spesso più esperti nell’arte militare. Egli infatti si dimostra scettico di fronte al progetto di unificazione italiana, esprimendo un sostanziale pessimismo in senso politico, o quanto meno accontentandosi di un equilibrio fra gli stati italiani come ai tempi di Lorenzo il Magnifico.














Cavallerie vs Chevalerie / Horseman vs Knight
La caduta di Giovanni dalle Bande Nere, l'ultimo "Knight" del Cinquecento segna ila fine politivca di Guicciardini, anche se questa avverrà sono nove anni dopo, alla morte di Clemente VII.....
Segna però la fine degli ideali Rinascimentali di cui ancora era imbevuto Machiavelli
in quegli anni Guicciardini scriveva i Ricordi e nelle sue pagine non abbiamo più tracce delle illusioni machiavellesche

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