Parole in Libertà Il Manifesto futurista e il Manifesto tecnico della letteratura futurista parlavano chiaro. Secondo il credo futurista niente poteva rimanere immutato. Fedeli sostenitori dell’ingresso dell’Italia in guerra avevano un modo tutto loro di concepire anche la letteratura e l’arte. All’interno della rivista “Poesia” i futuristi pubblicano i loro scritti. Buzzi, Cavacchioli, Folgore, Palazzaschi, Govoni e lo stesso Marinetti erano i principali autori. Queste poesie sono non-poesie. Narrano in un modo diverso. Costituiscono una sorta di “poesia visiva”. Guardare per capire su Studio7am.it. Aeropoesia futurista "Le aeropoesie trovano nella Radio il loro veicolo naturale Se invece vengono fissate sulla carta subito questa si muta in una volante e bene aerata pagina di cielo con purissime sintesi sospese e viaggianti a guisa di nuvole" (F.T. Marinetti, L'aeropoesia. Manifesto futurista ) La prima apparizione del termine «aeropoesi