Guardate questa bella trasmissione (a parte le letture della Miglietta) e appuntate quello che vi ha colpito di più. Mercoledì ne riparliamo in classe.
GIACOMO LEOPARDI
1818-1819
intorno ai vent'anni: dall'erudizione al Bello
Giacomo, da prodigio di erudizione diventa poeta. Scopre il bello e crede che nei sogni
risiede l'ultimo pezzo di felicità, perché prima o poi il VERO arriva e il VERO è BRUTTO
la vita è uno scontro tra verità e illusione
Intorno a questo tema riflette in quello strano libro che Giacomo chiama Zibaldone.
in queste pagine troviamo tante riflessioni sul vero, le illusioni, su ciò che è piacevole
la felicità è la fine del dolore LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
la felicità è l'attesa del piacere IL SABATO DEL VILLAGGIO
la felicità è l'inconnu L'INFINITO
1819-1822
Monaldo è un uomo perbene che protegge il figlio malaticcio, ma il il figlio, come un uccel di gabbia, quando trova la porta aperta vola via.
e quando conosce il mondo smette di sognare: l'esistenza è ordinata al male, è un'imperfezione.
l'arida e vacua Roma, la sordida Firenze, Bologna ospitale e pericolosa, Milano, ri-Firenze si trova sempre più o meno male."Se l'uomo è infelice di chi è la colpa?"
Colpa nostra , di noi moderni che abbiamo perso il senso del mito?No
E' colpa del nostro fato, del destino, del mondo esterno che mortifica le illusioni
1822-1827
la conversione filosofica e il silenzio poetico
tace la poesia, Leopardi si dedica all'"arido vero", scrive le Operette morali, vive del proprio lavoro
e dell'aiuto altrui, degli amici fiorentini, non di quello della famiglia
Le Operette Morali non vincono ma....
La sproporzione tra la nostra infinita ghiottoneria (di amore, di cultura, di ghiottonerie) ci rende infelici o colpevolmente ciechi. Non è esattamente celebrazione del dolore, ma non è nemmeno lode del presente e delle illusioni del progresso. Per questo in tanti osteggiano il pensiero poetante di Giacomo Leopardi
1827-29
i canti pisano-recanatesi
ultimi 16 mesi nella Marca. Le nuove poesie sono pervase da un senso di morte, ma anche dalla dolcezza del ricordo, della rimembranza A SILVIA
Il mondo è una prigione, le uniche vie di fuga sono il sogno, la luna, la notte, l'indefinito.
Dalla speranza ci si consola con la ricordanza, visto che le illusione non vanno bene per tutte le stagioni
1830-1837
il sodalizio con Ranieri e l'ultima battaglia
"Or poserai per sempre, stanco mio cuore" Leopardi affronta la vita e la morte con lucidità. Mario Andrea Rigoni parla di "Vertigine della lucidità": anche a costo di mettersi tutti contro il nano, il gobbo due volte, come un Titano attacca gli intellettuali e le illusioni del suo tempo. Non ha bisogno della consolazione della fede nel progresso, o della religione tradizionale. Anche a costo di mettersi tutti contro, è giunto alla "disperazione calma" 140 anni prima di Giorgio Caproni
e poi scrive la GINESTRA
Guardatevi, se volete, anche le altre puntate la stagione, in particolare noi studieremo:
Verga
Carducci
Pascoli
Pirandello
Ungaretti
Montale
Svevo
Gadda
Pasolini
Calvino
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