Per creare le condizioni di pace e sicurezza necessarie per raggiungere una soluzione complessiva della crisi...
La Forza di protezione delle Nazioni Unite (United Nations Protection Force, acronimo UNPROFOR), fu istituita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 21 febbraio 1992 (risoluzione 743 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 21 febbraio 1992) col compito di «creare le condizioni di pace e sicurezza necessarie per raggiungere una soluzione complessiva della crisi jugoslava».
Ha operato fino al marzo 1995.
L'UNPROFOR era composto di circa 39.000 uomini, con truppe dall'Argentina, Bangladesh, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Repubblica Ceca, Danimarca, Egitto, Finlandia, Francia, Ghana, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Giordania, Kenya, Lituania, Malaysia, Nepal, Olanda, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Pakistan, Polonia, Portogallo, Russia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Tunisia, Turchia, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti e Venezuela. 320 soldati furono uccisi sul campo.
Il mandato dell'UNPROFOR era di assicurare condizioni per dialoghi di pace, e sicurezza in tre enclavi "safe-haven" demilitarizzate, chiamate Aree protette delle Nazioni Unite situate nella Repubblica ex-Jugoslava della Croazia: Slavonia Orientale, Slavonia Occidentale e Kraijna, regioni con una forte presenza di popolazione Serba, che si era organizzata nell'autonoma Repubblica Serba della Krajina.
Altre estensioni del mandato includono la protezione delle pink-zone, dell'aeroporto di Sarajevo e la protezione per gli aiuti umanitari nell'intera Bosnia Erzegovina, e protezione dei rifugiati civili quando richiesto
L'UNPROFOR era coinvolta nell'interdizione agli aerei militari dello spazio aereo in Bosnia Erzegovina (su ordine del Consiglio di Sicurezza ONU), in coordinazione con le forze NATO (le missioni di blocco aereo furono i primi interventi armati della NATO).
Inoltre monitorava Bihać, Sarajevo, Goražde, Zepa, Srebrenica e Tuzla, che furono definite "zone di sicurezza" dal Consiglio di Sicurezza ONU. L'UNPROFOR era autorizzata a usare la forza per proteggere queste zone se necessario, coordinandosi con le forze aeree NATO. Successivamente questo fu esteso a parti del territorio Croato.
Occasionalmente, l'UNPROFOR ha controllato i cessate il fuoco in Bosnia dal febbraio 1994 al gennaio 1995.
Il primo mandato dell'UNPROFOR durò dodici mesi. Alla fine del primo mandato, l'UNPROFOR aveva avuto alcuni successi nel ripristinare la pace in Croazia, col notevole risultato di ottenere la rimozione dell'Esercito Popolare Jugoslavo. Ma l'agitazione civile era forte, e terrore, discriminazione e "pulizia etnica" erano ancora presenti. La situazione era problematica soprattutto a causa della non cooperazione delle autorità serbe locali, e a causa delle successive offensive dei capi militari croati. In più, la situazione per la quale l'UNPROFOR era stata creata era molto cambiata. La parte croata ora rifiutava di negoziare la sua sovranità sulle UNPAs e sulle Pink Zones, che la parte serba non avrebbe accettato. La nascita della cosiddetta Repubblica Serba della Krajina complicò ulteriormente la situazione.
Nonostante le azioni ostili, l'aeroporto internazionale di Sarajevo è stato tenuto aperto con successo. Nel periodo dal 3 luglio 1992 al 31 gennaio 1993, il ponte aereo umanitario organizzato dall'UNHCR sotto la protezione dell'UNPROFOR ha portato 2476 aerei con 27460 tonnellate di cibo, medicine e altri beni.
Nel 1993 la guerra si sposò in Bosnia
Le Nazioni Unite fallirono nell'impedire l'attacco serbo a Srebrenica e gli sconvolgenti eventi che seguirono Peacekeeping Best Practices Unit (PBPU) report.
Il massacro non fu seguito da nessuna particolare reazione militare della forza ONU, che più tardi spinsero la NATO all'abbandono della doppia organizzazione e ad iniziare l'"Operazione Forza deliberata" in risposta alle future provocazioni delle forze serbe.
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