Passa ai contenuti principali

I Promessi


Manzoni, I Promessi Sposi from Ace of Spades


I promessi sposi sono il bestseller degli anni 30 dell'Ottocento; un bel romanzo, che piacque tanto a critici e pubblico, che presto divenne un classico della letteratura. non a caso i Promessi sposi hanno dato origine a diverse frasi ed espressioni che, in Italia, sono entrate nell'uso comune. La frase  "Questo matrimonio non s'ha da fare" il termine  "Perpetua", che  identifica per antonomasia le collaboratrici dei parroci;  "Carneade", per definire un illustre sconosciuto,  "Azzecca-garbugli" per definire un avvocato di scarsa etica professionale (o, in generale un arruffone che incanta il prossimo solo a parole); e ancora ,  da "latinorum", il "vaso di coccio tra vasi di ferro",  "i capponi di Renzo" per indicare in senso figurato soggetti deboli e destinati a soccombere che si perdono nel litigare fra di loro, invece di far fronte comune contro la fine che li attende.

Sono spesso citati inoltre interi brani del romanzo che vengono tuttora imparati a memoria e recitati, come "Addio, monti sorgenti dall'acque..." e "Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno...", tutti riferimenti al paesaggio di Lecco.
Sarebbe bello leggere il romanzo tutto d'un fiato come si fa con un romanzo. Purtroppo, a scuola, i PS sono , da sempre, l'occasione per studiare il "romanzo perfetto" e questo non rende onore all'opera di manzoni. Insomma, per imparare a distinguere un'opera d'arte da un polpetton, finiamo col sacrificare il migliore romanzo possibile.
Ma la storia dei PS è bella e merita di essere raccontata. Così sono nati i 6 film, i 6 sceneggiati TV, le 66000 parodie, 2 musical etc...

Commenti

Post popolari in questo blog

Cori descrittivi di stati d’animo di Didone, Giuseppe Ungaretti

Da lechat93.wordpress.com [...] un suggestivo viaggio alla scoperta di Giuseppe Ungaretti, quello più complesso e allegorico. Le sue parole dicono sempre di più di quel che sembra, chiaro, l’avevamo capito, ma che potesse arrivare a tanto non l’avrei mai immaginato. Classicità e modernismo, Virgilio e Leopardi, Tasso e Freud.. Che dire..ce ne sarebbero di cose da dire. Forse un giorno (magari a luglio) metterò insieme gli appunti di oggi perché ne vale davvero la pena! Per il momento non posso far altro che riportare le parole di Ungaretti che nascondono così tanti significati e, ancora una volta, essere felice. Perché sarà sciocco ma queste cose mi fanno sentire viva, privilegiata, fortunata e estremamente felice. * dimenticavo.. ecco come Ungaretti parla della sua opera: “Sono 19 cori che vogliono descrivere drammaticamente il distacco  degli ultimi barlumi di giovinezza da una persona, oppure da una  civiltà, poiché anche le civiltà nascono, crescono, declinano e  muoiono. Qu

La bottega dello storico: l'incoronazione di Carlo Magno

Lo Storico è lo scienziato che si occupa  di scrivere la storia degli avvenimenti che hanno coinvolto l’umanità. Come fa? Come lavora uno storico? Innanzitutto va chiarito che lo storico scrive la sua interpretazione dei fatti basandosi sulle fonti storiche. Il procedimento si articola in cinque fasi: Si ricercano le fonti   Si analizzano le fonti e si stabilisce se sono vere o false  Si catalogano documenti e reperti, si determina la loro provenienza e se ne propone una datazione.  Si confrontano le fonti  Si collocano i fatti in ordine cronologico e se ne propone un'interpretazione. raccontano. 25/12/800: L'incoronazione di Carlo Magno, un confronto tra le fonti  a cura di Camilla Galeazzi e Kevin Paoltroni L’evento dell’incoronazione è ampiamente documentato, ma sul modo in cui questa avvenne le fonti presentano per ognuna sfumature e particolarità di notevole interesse. Dell’incoronazione imperiale possediamo sei diversi resoconti. Quattro di

Lezione V: Primi documenti e primi testi in volgare

https://www.raiplay.it/video/2017/03/Il-tempo-e-la-Storia---La-nascita-della-lingua-italiana-del-13032017-a63a8cc8-b540-4a85-876d-d26a4d23afd7.html Tra latino e italiano: i primi documenti in volgare  (da  Luzappy.eu  e altri) La frantumazione politica dell’Impero romano non distrusse la cultura lati­na, intesa qui come lingua quotidiana; aggiunse invece elementi nuovi, per trasformare sempre più, nonostante la volontà frenante della scuola e dei grammatici, il sistema linguistico. Anche i Longobardi furono veicolo di novità, fin quando nel 774 Carlo Magno li sconfisse, per poi rifondare l’impero, volendo ricom­porre l’unità politica, religiosa, culturale (e, perciò, linguistica). Ma una lingua non si impone; il popolo, disperso nelle campagne dei feudatari o accolto nelle corti, continuò a sentire sempre più incomprensibile il latino, che proprio per la riforma carolingia, diventava «altra lingua» rispetto a quella parlata dalle masse ed ormai era soltanto la lingua ufficiale